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Archivio mensile:febbraio 2012

Questo è un post di un anno fa, che riporto ora perché il carnevale è appena passato ma l’argomento rimane sempre scottante. (In realtà non so trasferire tutti i miei vecchi post in un colpo solo, quindi ripropongo quelli che secondo me meritano di più)

Fra pochi giorni è Carnevale.

Orde di bambini hanno già preparato i loro costumini  e sono già nelle piazze delle nostre città a tirarsi coriandoli e stelle filanti.

Mandrie di ragazzini delle medie si ritroveranno martedì dopo pranzo con i loro capelli colorati con le bombolette spray e si sposteranno in gruppi compatti per iniziare le loro guerriglie contro le altre “gang” a suon di schiuma e uova.

Ma la categoria che temo di più non è fra queste, loro sono giovani, ingenui.. io ho molta più paura degli adulti. Degli UOMINI adulti. Degli UOMINI adulti VESTITI DA DONNA.

Ogni dannato carnevale la mia città si popola di trans e dragqueen con un età compresa fra i 20 e i 50 anni. E ogni dannato carnevale io mi chiedo: “Perché?!”

Il punto che mi crea grandi dubbi non è il fatto che questi esemplari di sesso maschile indossino gli abiti delle madri/mogli/sorelle, bensì il fatto che quando loro si vogliono vestire in maniera femminile, effettivamente finiscono per vestirsi da tro.. mh, diciamo da donna di facili costumi. Per convenienza, chiameremo questo tipo di travestimento “El Putanon”.

Il look del Putaton è composto da pochi, essenziali pezzi:

  •  Abito succinto, lungo quel poco che basta per coprire i gioielli di famiglia (che quelli è sempre importante tutelarli)
  • Calze a rete con relativa peluria delle gambe che ti fa “cucù” da ogni buco
  • Pelliccia (devo ancora capire come fanno a procurarsele)
  • Parrucca da pornostar
  • Eventuale rossetto rigorosamente sbavato

Il Putanon cammina fiero per le vie della città con andatura molto poco femminile, tendendo le gambe aperte e mettendosi a novanta per mostrare il bel sederino a chiunque glielo chieda. Spesso è in compagnia di altri Putanoni, perché diciamocelo, sotto sotto sono sempre uomini che devono  mantenere una “credibilità” e il fatto di non essere da soli dà loro coraggio.

Una cosa che ho notato è che questi uomini, più cercano di comportarsi da masculi-etero-bruti negli altri 364 giorni dell’anno, più in quell’unico giorno si impegnano a essere Putanoni.

In ogni caso ti sorge il dubbio sul perché lo facciano, no??

Lo fanno per divertirsi? Per curiosità?

O forse nel loro inconscio vorrebbero veramente essere donne, ma non lo sanno, o non lo vogliono far sapere? Tolgono forse la maschera nell’unico giorno in cui ognuno di noi ne indossa una? D’altronde Freud pensava che le donne hanno solo nevrosi (per la mancanza di qualcosa) e gli uomini psicosi (per la presenza di qualcosa) e quindi perversioni, tra cui il travestimento.

Ma se è così, perché nei meandri della loro mente l’associazione donna = putanon è tanto diretta? 

Io non credo che vogliano essere veramente donne, ma che cerchino piuttosto di ricreare l’ideale che hanno nella loro mente (dopotutto tempo fa un mio amico mi ha detto che se lui fosse donna, la darebbe a tutti) non riscontrandolo normalmente nella realtà.

Ma è anche vero che io faccio molti voli pindarici e analisi psicofile da quattro soldi.

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Oggi è il Giorno della Marmotta, che come mi è stato spiegato da un amico “è il giorno in cui la marmotta esce dalla tana etc.. “. Etc. Etciù. [Gli amici me li scelgo bene, devono avere una voglia di far dialettica minore o uguale alla mia.]

Ma cosa si fa il Giorno della Marmotta? A quanto pare si smarmotta.

Ma le marmotte, come fanno a smarmottare? Cioè, cosa implica esattamente lo Smarmottare? Cosa si cela realmente dietro alla condizione ontologica per cui una marmotta smarmotta?

Nella mia mente dipingo vivaci paesaggi innevati, in cui le marmotte escono restie dalle loro tane: prima affacciano il loro timido musetto, per fiutare eventuali pericoli, poi espongono la testolina e si guardano in giro. Le immagino uscire dalle loro case prima tutte timidine e poi iniziare a saltellare in giro man mano che prendono confidenza: al braccio un cesto di vimini, vestite come una via di mezzo fra gli Amish e i protagonisti della Casa nella Prateria (che forse sono la stessa cosa).

E poi il resto è storia: iniziano a raccogliere ghiande, semi e radici, per costruire la terribile macchina da guerra che ci ucciderà tutti.

Perché spero che voi sappiate che le marmotte sono molto, molto malvagie e conquisteranno il mondo.

Ogni volta che una marmotta smarmotta, un bambino dall’altra parte del mondo piange.

Quindi non siate tanto gioiosi quando gingillate e dite tra i gridolini  “Smarmotta anche tu nel Giorno della Marmotta!!”, perché in realtà non state facendo una proposta sessuale, state invocando la fine del mondo.

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In Foto: Una marmotta in procinto di smarmottare. Le marmotte che smarmottano ti guardano male.

Un post nato puramente dalla volontà di scrivere il più possibile “marmotta” e “smarmotta”, probabilmente due delle parole più callifoniche al mondo.

EDIT

Mi informano che il termine “smarmottare” possa assumere significati perversi, riporto letteralmente: “Quando la cacca fa come la marmotta dalla sua tana, spunta ma non del tutto”. Non riterrò tutto questo post una gigantesca figura di merda, ma piuttosto lo guarderò come un monumento alla mia innocenza (dove per innocenza intendo coglionaggine). Il lato positivo è che, parlando di cacca, rimane perfettamente in linea con il titolo del blog. Addio.