Due anni fa prendevo un treno

In realtà due anni fa a quest’ora ero già arrivata.

Ogni tanto ripenso ai momenti passati e mi rendo conto che le cose che mi han fatto stare più bene sono state le decisioni prese d’impulso, le azioni fatte senza pensare troppo al dopo, ai “ma se”, quelle che io stessa definisco le cazzate.

Due anni fa prendevo un treno e mi facevo 4 (che poi son diventate 6) ore di viaggio per andare ad un festival dall’altra parte del nord Italia, sola e senza prenotare un posto dove dormire. Avevo solo un aggancio che forse mi avrebbe potuto dare una mano negli spostamenti ecc., ma per il resto il programma era di far festa e prendere il primo treno la mattina seguente. Non era la prima volta che facevo qualcosa del genere: altre volte, appena la noia esistenziale si presentava, mi spostavo per vedere nuovi posti, conoscere nuove persone.

Poteva succedermi di tutto: quasi nessuno sapeva che ero lì e se finivo nella merda eran cavoli miei, ma, complice il mio eterno ottimismo (nonché una buona botta di culo), mi è successo tutto il meglio che poteva succedermi. Ho camminato un sacco, ho patito un sacco di freddo, non ho mangiato quasi nulla ed è stata una delle serate più felici della mia vita, perché ho conosciuto un sacco di persone bellissime tutte insieme e ho visto un sacco di posti nuovi, vite nuove, che nel mio piccolo angolo di nord est non avevo mai considerato. Ho preso un treno decidendomi qualche giorno prima, senza aspettarmi nulla, e questo mi ha fatto stupire di tutto quello che ho visto. Seguire l’istinto ti può far male, ma può anche trasformarti in una persona che molto tempo dopo, nonostante tutto, continua a pensare “Quel giorno è cambiato tutto”.

Due anni fa a quest’ora tiravi fuori dalla tasca del giubbotto la bottiglietta del mio tè preferito, e io ridevo.

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