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stitichezza

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Sono o non sono brava?

Test statistici presunti da me medesima qui su due piedi riferiscono un calo nell’interesse generale di una persona quando questa si moròsa. “Eh ma sai le cenette, eh le gitarelle a due e i cinemozzi e andiamo al parco e facciamoci le fotine così quelli dell’interwebz rosicano”. Pochi se ne salvano: consumi così tante energie nella relazione [interpretazione libera] e nel mostrare che almeno tu ce l’hai avuto il culo di trovarti uno/a decente, che il resto passa un po’ in secondo piano. GRAVE ERRORE che purtroppo capita anche a me di commettere ma cerco sempre di evitare.

Ma se amicizie, hobby, carriera, passatempi si possono curare, il blog non è che rimane proprio una priorità (e penso che un anno di silenzio possa esserne una dimostrazione). Che poi non è una questione di tempo, è che proprio non sai cosa dire, a meno che non stai lì a postare robe sul tuo nuovo amore che insomma, non è che ve ne freghi moltissimo (sempre che non siate di quelle che mettono i cuori sotto le foto della ferragni con moroso).

E’ proprio una questione di perdita di ispirazione: meno cose ti danno fastidio,  rifletti meno sul rapporto con terzi, non puoi più scriver delle pene d’amore. La Noia.

Tutto questo mi è chiaro e ci convivo ormai da tempo. Quello che non capisco però è come fanno le persone noiose già da sole a riuscire a morosarsi essendo proprio noiose che veramente ma come ce la fate? Forse è anche accettabile quello che succede in molti casi: riconoscono fra simili e si congiungono creando bombe molotov sul punto di implodere in un buco nero di tedio (subito dopo aver creato un profilo di coppia alla seconda settimana di relazione). Ci sono delle volte però, e qui posso parlare più del mio sesso che dell’altro, in cui Lei è la tipa con cui puoi forse parlare del tempo e  Lui se ne innamora comunque perdutamente (e creano un profilo di coppia alla seconda settimana di relazione). Ma poi scopassero almeno, secondo me ste tipe noiose non son nemmeno capaci di applicare le skills basilari, per questo non capisco. 

La morale è che se siete noiose troverete moroso prima, se siete interessanti troverete moroso ma poi diventerete comunque noiose e io riesco a malapena a scrivere cose che possano essere interessanti.

Oggi è il Giorno della Marmotta, che come mi è stato spiegato da un amico “è il giorno in cui la marmotta esce dalla tana etc.. “. Etc. Etciù. [Gli amici me li scelgo bene, devono avere una voglia di far dialettica minore o uguale alla mia.]

Ma cosa si fa il Giorno della Marmotta? A quanto pare si smarmotta.

Ma le marmotte, come fanno a smarmottare? Cioè, cosa implica esattamente lo Smarmottare? Cosa si cela realmente dietro alla condizione ontologica per cui una marmotta smarmotta?

Nella mia mente dipingo vivaci paesaggi innevati, in cui le marmotte escono restie dalle loro tane: prima affacciano il loro timido musetto, per fiutare eventuali pericoli, poi espongono la testolina e si guardano in giro. Le immagino uscire dalle loro case prima tutte timidine e poi iniziare a saltellare in giro man mano che prendono confidenza: al braccio un cesto di vimini, vestite come una via di mezzo fra gli Amish e i protagonisti della Casa nella Prateria (che forse sono la stessa cosa).

E poi il resto è storia: iniziano a raccogliere ghiande, semi e radici, per costruire la terribile macchina da guerra che ci ucciderà tutti.

Perché spero che voi sappiate che le marmotte sono molto, molto malvagie e conquisteranno il mondo.

Ogni volta che una marmotta smarmotta, un bambino dall’altra parte del mondo piange.

Quindi non siate tanto gioiosi quando gingillate e dite tra i gridolini  “Smarmotta anche tu nel Giorno della Marmotta!!”, perché in realtà non state facendo una proposta sessuale, state invocando la fine del mondo.

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In Foto: Una marmotta in procinto di smarmottare. Le marmotte che smarmottano ti guardano male.

Un post nato puramente dalla volontà di scrivere il più possibile “marmotta” e “smarmotta”, probabilmente due delle parole più callifoniche al mondo.

EDIT

Mi informano che il termine “smarmottare” possa assumere significati perversi, riporto letteralmente: “Quando la cacca fa come la marmotta dalla sua tana, spunta ma non del tutto”. Non riterrò tutto questo post una gigantesca figura di merda, ma piuttosto lo guarderò come un monumento alla mia innocenza (dove per innocenza intendo coglionaggine). Il lato positivo è che, parlando di cacca, rimane perfettamente in linea con il titolo del blog. Addio.

L’altro giorno ho aperto la Gazzetta dello Sport e ho guardato l’oroscopo, perché si sa, l’oroscopo della Gazzetta è sempre il migliore. Cacchio, il signor Oroscopologo della Gazzetta mi dava un bell’ Otto.

Poi non so dove (forse era in qualcosa di Paolo Fox), ancora prima dell’arrivo del nuovo anno, avevo letto i pronostici per il 2012: felicità, fighevolezze, viaggi, cazzimazzi. Che storie.

Non ci ho neanche mai creduto all’oroscopo, ma forse perché mi buttava sempre merda addosso. E invece sto anno sembra che io debba sbocciare come una farfalla, aprirmi come un albero, quelle cose lì: ecco perché io so già che quest’anno finirà male (no, non pensavo al 2012, ma so già che voi starete facendo le vostre battutine); me lo sento proprio, con tutto questo ottimismo mi sto chiamando addosso la sfiga esistenziale.

Ma non importa, Paolo Fox ha promesso cazzimazzi e cazzimazzi saranno.

Nonostante tutto, questo 2012 è iniziato veramente in maniera strana. Sta andando bene. Le cose non vanno bene, di solito, eppure il 2012 mi dice sempre di sì, mi accontenta sempre, mi porta anche cose che volevo ma che poi avevo lasciato perdere. Mi sembra una presa per il culo.

Io già me lo vedo sto mega dildo di sfiga pronto a incularmi quando meno me lo aspetto.

Le relazioni sono come il formaggio. Fanno la muffa.

Ora, non pensate per forza ad una relazione intesa come coppia già formata, io parlo anche del prima.

Due persone si conoscono, si frequentano, stanno bene insieme, ma per enne motivi la relazione non va avanti: rimane lì, appoggiata nel ripiano in alto a destra del frigorifero, dietro alla confezione del lavoro, vicino al barattolo degli impegni, coperta alla vista dall’egocentrismo della persona. Resta lì e incomincia a fermentare, diventa stantia, inizia a puzzare. Poi, quando liberi lo scaffale, ti ritrovi questa cosa verdognola e ripugnante, che non ti va neanche di riprendere in mano: la prendi con i guanti e la butti via, per far posto ad un altro formaggio fresco ed invitante, che magari adesso ci sta ben comodo nel ripiano svuotato, con uno spazio tutto per lui.

Questo perché? Perché il formaggio di prima magari era sì buono, ma era stato comprato nel momento sbagliato, quando il frigo era troppo pieno, quando c’erano altre cose da mangiare.

Il tempismo era sbagliato e  ha mandato tutto in muffa.

 

Sì lo so che volete che parli di cacca, ma non mi sento ancora abbastanza a mio agio in questo posto per affrontare argomenti del genere, non sono abbastanza naughty.

La mia è stitichezza mentale, purtroppo, anche se mi piace più chiamarla nichilismo.

Nichilismo che mi fa preferire twitter ad un blog perché mi richiede meno sforzo dattilografico. Mi son ripromessa tuttavia di riprendere a scrivere e come sempre lo faccio più per me che per far felice chi mi legge, anche se vedervi divertiti non mi dispiace.

Quindi spero che aver cambiato piattaforma mi aiuti un po’ come lassativo mentale, confidando che non esca tutto a getto in un solo colpo.

Mentre cerco di importare almeno i post vecchi migliori da tumblr, vi lascio il link al vecchio  blog (mah, chiamiamolo così).

Come primo post ho iniziato abbastanza di merda, ma almeno è coerente col titolo.