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zanke che cazzo dici

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Chiamata anche Celolunghismo, termine derivante dall’ormai diffuso modo di dire “Ce l’ho (più) lungo (di te)”.

Il Celolunghismo nasce praticamente con la comparsa sulla Terra dell’uomo stesso, caratterizzando dapprima gli individui solo di sesso maschile, a cui dobbiamo il significato stretto del termine,  che appunto fa riferimento al comune pensiero ancestrale per cui maggiore è la lunghezza e la possenza del membro, maggiore sarà la mascolinità del penemunito preso in considerazione.

Piccolo inciso: studi sulle scimmie antropomorfe hanno portato alla luce che, in proporzione, il rapporto fra genitali e corporatura umani è di gran lunga superiore a quello fra genitali e corporatura di scimpanzé. In altre parole, l’uomo ha in generale il pene più grande del necessario senza un vero e proprio motivo evoluzionistico (quindi più che selezione naturale, dovete ringraziare la selezione del buon gusto femminile: anche nel peggiore dei casi, dovete pensare che vi poteva andare ancora peggio se non fosse stato per noi).

Tuttavia con il passare del tempo il Celolunghismo si è allontanato dal suo significato originario per invadere un po’ tutti i campi dell’esistenza. E non parliamo solo dell’uomo che deve avere l’automobile più grande, o l’ultimo modello di cellulare, o la barca più figa.

Viviamo in un’unica, gigantesca, massiccia bolla di Celolunghismo:

Io ad Ingegneria studio un sacco, cose difficilissime, non esco di casa, faccio cose che non potrai mai capire

Qui in erasmus è tutto bellissimo mi diverto tantissimo, ma dimmi, tu cosa fai? Mi interessa per poi sapere come sminuirti

Ora ti mostro che bello che è questo vestito che voglio ma che nessuno ha mai visto perché ho dei gusti molto più particolari e ricercati della media

Di musica ne so molto più di te, sono stato ad un sacco di concerti e conosco anche gli artisti

Sono più figa di te

Io ho più tette

Scusa ma io leggo un sacco, mi piace leggere, ho letto molto più di te

Sai, quand’ero in America – perché non so se ti ricordi che io ho viaggiato un sacco e ho fatto molte esperienze

E si potrebbe proseguire all’infinito; ci siamo tutti dentro, chi più chi meno, è inevitabile.

Viene da chiedersi se sia la solita storia della società che vuole sempre il meglio o se siamo noi che non riusciamo più a sentirci speciali per quello che siamo. Proviamo questa continua spinta a dimostrare qualcosa ad un qualcuno che la maggior parte delle volte ci apprezza già per come siamo, ottenendo spesso l’effetto contrario e scatenando l’astio nel destinatario.

Che poi a tanti piace, scatenare l’astio, perché significa che puoi influenzare le persone, quindi un po’ speciale lo sei.

Personalmente ho un bellissimo rapporto con i celolunghisti: li ascolto, annuisco e mi faccio convincere che loro siano veramente meglio di me, facendo crollare ancor di più la mia autostima.

Periodo di cambiamenti. Periodo di nuove speranze. Potrebbe essere un post un po’ meno coglione questo, ma non sapendo dove andrò a parare non vi prometto niente.

Sono una ventenne di provincia in piena crisi esistenziale, ad un passo (spero) dalla laurea, dopo cui riesco solo a vedere il vuoto. Un po’ ci spero che il mondo finisca questo dicembre, così mi risparmierei la cosa che odio fare di più al mondo: scegliere.

Segliere sta diventando sempre più fottutamente difficile, perché sono adulta ormai e qualsiasi scelta io faccia so che porterà la mia vita completamente da un’altra parte.

Scegliere mi dà la nausea, le vertigini, l’ansia. Il problema non è mai percorrere la strada, ma imboccare quella giusta. Ed è più difficile quando vuoi riuscirci da sola, un po’ per soddisfazione personale e un po’ perché sai che gli altri non capirebbero. Sono totalmente divisa fra l’euforia di poter fare quello che voglio di me stessa e la vertigine di sbagliare.

Non so scegliere, so solo che io vado sempre verso le cose che mi fanno stare bene: è la mia filosofia di vita. Qui non sto più tanto bene, nonostante sia riuscita a coltivarmi il mio piccolo orticello di felicità anche in questo sobborgo del mondo. Quindi spero di scegliere quello che più mi farà stare bene, più a lungo possibile.

Alla fine di questo anno è tutto buio pesto, vedo solo una gran voglia e una paura tremenda di andare via.

La verità è che voglio farcela da sola, ma non voglio essere da sola quando tutto cambierà.