Questo è un post di un anno fa, che riporto ora perché il carnevale è appena passato ma l’argomento rimane sempre scottante. (In realtà non so trasferire tutti i miei vecchi post in un colpo solo, quindi ripropongo quelli che secondo me meritano di più)

Fra pochi giorni è Carnevale.

Orde di bambini hanno già preparato i loro costumini  e sono già nelle piazze delle nostre città a tirarsi coriandoli e stelle filanti.

Mandrie di ragazzini delle medie si ritroveranno martedì dopo pranzo con i loro capelli colorati con le bombolette spray e si sposteranno in gruppi compatti per iniziare le loro guerriglie contro le altre “gang” a suon di schiuma e uova.

Ma la categoria che temo di più non è fra queste, loro sono giovani, ingenui.. io ho molta più paura degli adulti. Degli UOMINI adulti. Degli UOMINI adulti VESTITI DA DONNA.

Ogni dannato carnevale la mia città si popola di trans e dragqueen con un età compresa fra i 20 e i 50 anni. E ogni dannato carnevale io mi chiedo: “Perché?!”

Il punto che mi crea grandi dubbi non è il fatto che questi esemplari di sesso maschile indossino gli abiti delle madri/mogli/sorelle, bensì il fatto che quando loro si vogliono vestire in maniera femminile, effettivamente finiscono per vestirsi da tro.. mh, diciamo da donna di facili costumi. Per convenienza, chiameremo questo tipo di travestimento “El Putanon”.

Il look del Putaton è composto da pochi, essenziali pezzi:

  •  Abito succinto, lungo quel poco che basta per coprire i gioielli di famiglia (che quelli è sempre importante tutelarli)
  • Calze a rete con relativa peluria delle gambe che ti fa “cucù” da ogni buco
  • Pelliccia (devo ancora capire come fanno a procurarsele)
  • Parrucca da pornostar
  • Eventuale rossetto rigorosamente sbavato

Il Putanon cammina fiero per le vie della città con andatura molto poco femminile, tendendo le gambe aperte e mettendosi a novanta per mostrare il bel sederino a chiunque glielo chieda. Spesso è in compagnia di altri Putanoni, perché diciamocelo, sotto sotto sono sempre uomini che devono  mantenere una “credibilità” e il fatto di non essere da soli dà loro coraggio.

Una cosa che ho notato è che questi uomini, più cercano di comportarsi da masculi-etero-bruti negli altri 364 giorni dell’anno, più in quell’unico giorno si impegnano a essere Putanoni.

In ogni caso ti sorge il dubbio sul perché lo facciano, no??

Lo fanno per divertirsi? Per curiosità?

O forse nel loro inconscio vorrebbero veramente essere donne, ma non lo sanno, o non lo vogliono far sapere? Tolgono forse la maschera nell’unico giorno in cui ognuno di noi ne indossa una? D’altronde Freud pensava che le donne hanno solo nevrosi (per la mancanza di qualcosa) e gli uomini psicosi (per la presenza di qualcosa) e quindi perversioni, tra cui il travestimento.

Ma se è così, perché nei meandri della loro mente l’associazione donna = putanon è tanto diretta? 

Io non credo che vogliano essere veramente donne, ma che cerchino piuttosto di ricreare l’ideale che hanno nella loro mente (dopotutto tempo fa un mio amico mi ha detto che se lui fosse donna, la darebbe a tutti) non riscontrandolo normalmente nella realtà.

Ma è anche vero che io faccio molti voli pindarici e analisi psicofile da quattro soldi.

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Oggi è il Giorno della Marmotta, che come mi è stato spiegato da un amico “è il giorno in cui la marmotta esce dalla tana etc.. “. Etc. Etciù. [Gli amici me li scelgo bene, devono avere una voglia di far dialettica minore o uguale alla mia.]

Ma cosa si fa il Giorno della Marmotta? A quanto pare si smarmotta.

Ma le marmotte, come fanno a smarmottare? Cioè, cosa implica esattamente lo Smarmottare? Cosa si cela realmente dietro alla condizione ontologica per cui una marmotta smarmotta?

Nella mia mente dipingo vivaci paesaggi innevati, in cui le marmotte escono restie dalle loro tane: prima affacciano il loro timido musetto, per fiutare eventuali pericoli, poi espongono la testolina e si guardano in giro. Le immagino uscire dalle loro case prima tutte timidine e poi iniziare a saltellare in giro man mano che prendono confidenza: al braccio un cesto di vimini, vestite come una via di mezzo fra gli Amish e i protagonisti della Casa nella Prateria (che forse sono la stessa cosa).

E poi il resto è storia: iniziano a raccogliere ghiande, semi e radici, per costruire la terribile macchina da guerra che ci ucciderà tutti.

Perché spero che voi sappiate che le marmotte sono molto, molto malvagie e conquisteranno il mondo.

Ogni volta che una marmotta smarmotta, un bambino dall’altra parte del mondo piange.

Quindi non siate tanto gioiosi quando gingillate e dite tra i gridolini  “Smarmotta anche tu nel Giorno della Marmotta!!”, perché in realtà non state facendo una proposta sessuale, state invocando la fine del mondo.

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In Foto: Una marmotta in procinto di smarmottare. Le marmotte che smarmottano ti guardano male.

Un post nato puramente dalla volontà di scrivere il più possibile “marmotta” e “smarmotta”, probabilmente due delle parole più callifoniche al mondo.

EDIT

Mi informano che il termine “smarmottare” possa assumere significati perversi, riporto letteralmente: “Quando la cacca fa come la marmotta dalla sua tana, spunta ma non del tutto”. Non riterrò tutto questo post una gigantesca figura di merda, ma piuttosto lo guarderò come un monumento alla mia innocenza (dove per innocenza intendo coglionaggine). Il lato positivo è che, parlando di cacca, rimane perfettamente in linea con il titolo del blog. Addio.

L’altro giorno ho aperto la Gazzetta dello Sport e ho guardato l’oroscopo, perché si sa, l’oroscopo della Gazzetta è sempre il migliore. Cacchio, il signor Oroscopologo della Gazzetta mi dava un bell’ Otto.

Poi non so dove (forse era in qualcosa di Paolo Fox), ancora prima dell’arrivo del nuovo anno, avevo letto i pronostici per il 2012: felicità, fighevolezze, viaggi, cazzimazzi. Che storie.

Non ci ho neanche mai creduto all’oroscopo, ma forse perché mi buttava sempre merda addosso. E invece sto anno sembra che io debba sbocciare come una farfalla, aprirmi come un albero, quelle cose lì: ecco perché io so già che quest’anno finirà male (no, non pensavo al 2012, ma so già che voi starete facendo le vostre battutine); me lo sento proprio, con tutto questo ottimismo mi sto chiamando addosso la sfiga esistenziale.

Ma non importa, Paolo Fox ha promesso cazzimazzi e cazzimazzi saranno.

Nonostante tutto, questo 2012 è iniziato veramente in maniera strana. Sta andando bene. Le cose non vanno bene, di solito, eppure il 2012 mi dice sempre di sì, mi accontenta sempre, mi porta anche cose che volevo ma che poi avevo lasciato perdere. Mi sembra una presa per il culo.

Io già me lo vedo sto mega dildo di sfiga pronto a incularmi quando meno me lo aspetto.

Le relazioni sono come il formaggio. Fanno la muffa.

Ora, non pensate per forza ad una relazione intesa come coppia già formata, io parlo anche del prima.

Due persone si conoscono, si frequentano, stanno bene insieme, ma per enne motivi la relazione non va avanti: rimane lì, appoggiata nel ripiano in alto a destra del frigorifero, dietro alla confezione del lavoro, vicino al barattolo degli impegni, coperta alla vista dall’egocentrismo della persona. Resta lì e incomincia a fermentare, diventa stantia, inizia a puzzare. Poi, quando liberi lo scaffale, ti ritrovi questa cosa verdognola e ripugnante, che non ti va neanche di riprendere in mano: la prendi con i guanti e la butti via, per far posto ad un altro formaggio fresco ed invitante, che magari adesso ci sta ben comodo nel ripiano svuotato, con uno spazio tutto per lui.

Questo perché? Perché il formaggio di prima magari era sì buono, ma era stato comprato nel momento sbagliato, quando il frigo era troppo pieno, quando c’erano altre cose da mangiare.

Il tempismo era sbagliato e  ha mandato tutto in muffa.

 

Sì lo so che volete che parli di cacca, ma non mi sento ancora abbastanza a mio agio in questo posto per affrontare argomenti del genere, non sono abbastanza naughty.

La mia è stitichezza mentale, purtroppo, anche se mi piace più chiamarla nichilismo.

Nichilismo che mi fa preferire twitter ad un blog perché mi richiede meno sforzo dattilografico. Mi son ripromessa tuttavia di riprendere a scrivere e come sempre lo faccio più per me che per far felice chi mi legge, anche se vedervi divertiti non mi dispiace.

Quindi spero che aver cambiato piattaforma mi aiuti un po’ come lassativo mentale, confidando che non esca tutto a getto in un solo colpo.

Mentre cerco di importare almeno i post vecchi migliori da tumblr, vi lascio il link al vecchio  blog (mah, chiamiamolo così).

Come primo post ho iniziato abbastanza di merda, ma almeno è coerente col titolo.